Eravamo verso la fine di Ottobre del 1959 quando, cadendo da una scala a pioli, mi ruppi una caviglia. Tornato a casa dall'ospedale con la gamba ingessata mi sdraiai sul divano, ero stanchissimo, la giornata era stata molto pesante. Avevo 12 anni e l'unica cosa che mi dava felicità era l'idea che per almeno un mese non avrei dovuto andare a scuola. Per tutto il resto mi sentivo uno straccio.
Quella sera venne a trovarmi un amico e mi porto in regalo un caleidoscopio. Si trattava di un regalo che al momento giudicai banale ma che nei giorni seguenti mi fece sognare a lungo. Ricordo ancora con nostalgia quei giorni di fine Ottobre.
Non avevo mai visto prima un caleidoscopio e nemmeno sapevo cosa fosse.
Come guardai nel piccolo foro presente ad un'estremità del tubo e girai la ghiera posta di fronte mi trovai proiettato in un altro mondo. Un mondo di magia. Le figure geometriche prodotte dai 3 specchi e da alcuni pezzetti di vetro colorato per me erano qualcosa di davvero magico. Ero convinto che prima o poi i disegni che vedevo formarsi si sarebbero ripetuti. Presi una penna ed un blocco e mi mise a disegnare ciò che vedevo nel caleidoscopio, per vedere dopo quanti giri della ghiera le forme geometriche si sarebbero ripetute.
Qualcuno, non ricordo chi, mi disse che non si potevano ripetere, che erano forme casuali, ma io non ci credevo. Nonostante la stanchezza passai quasi tutta la notte sveglio a guardare all'interno del caleidoscopio e a disegnare ciò che vedevo. Immaginavo di vedere figure note in quelle forme geometriche sempre diverse, come quando osservando le nuvole si vedono forme di animali o di oggetti conosciuti.
Quando finalmente mi addormentai feci un sogno stranissimo. Mi vedevo mentre camminavo in un bosco di sera e improvvisamente mi trovai davanti al sentiero un lungo tunnel cilindrico, una specie di tubo in metallo dal diametro di un paio di metri e lungo una decina. Al di la del tunnel si sentiva della musica mista a voci allegre di bambini e si intravedeva tra la nebbia una giostra. Dopo un attimo di esitazione entrai nel tunnel e scoprii che in realtà si trattava di un enorme caleidoscopio e la giostra che si vedeva sul fondo non era una ma tante, alcune capovolte, altre inclinate. I colori erano tantissimi, come accade di vederne di solito in un luna park. Il sogno finì prima che avessi il tempo di raggiungere le giostre.
Il mattino mi svegliai con il caleidoscopio in mano; guardai all'interno convinto che avrei visto delle giostre, ma non ne vidi. - Eppure devono esserci - pensavo.
Smontai il caleidoscopio o meglio, lo ruppi perché sembrava non si potesse smontarlo senza romperlo irrimediabilmente. Trovai all'interno solo 3 specchietti rettangolari incollati sui lati lunghi per formare un triangolo e, all'interno della ghiera presente in fondo al caleidoscopio, una decina di piccoli pezzi di vetro di diverse forme e colori. Non c'era altro, nessuna giostra, nessun luna park, niente nebbia.
Una delusione. Eppure, non so perché, quel caleidoscopio rimane uno dei regali più belli che ho ricevuto. Poco tempo fa ne ho costruito uno per rimpiazzare quello perduto tanti anni fa.
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Bene, ora torniamo a parlare di caleidoscopi.
Il caleidoscopio è stato inventato da Sir David Brewster (1781-1868), un celebre scienziato scozzese che dedicò la sua vita a studiare i principi che stanno alla base dell'ottica. Brewster costruì il primo caleidoscopio nel 1816 e lo brevettò nel 1817. Questo brevetto fu però in seguito contestato a causa, sembra, di qualche errore di registrazione. Un americano (Charles Bush) lo migliorò e lo brevettò nel 1873, iniziando poi a produrre e vendere caleidoscopi in grandi quantità.
David Brewster era uno scienziato dotato di insaziabile curiosità e la sua filosofia di ricercatore era quella di studiare divertendosi, e di divertirsi studiando.
Nel 1819 David Brewster si mise al lavoro per costruire una macchina che, attraverso un gioco formato da piccoli pezzi di vetro colorato che si riflettevano negli specchi, fosse in grado di produrre arte in modo automatico e casuale, e potesse essere di conseguenza utilizzato come strumento di ispirazione per creatori di schemi decorativi e trame artistiche. Brewster chiamò questa macchina caleidoscopio (καλειδοσκοπεω), ossia, dal greco, "oggetto che permette di vedere belle forme". Purtroppo però, la meccanicità di questo oggetto non si addiceva alla concezione idealista dell'arte a metà Ottocento, e il caleidoscopio venne così declassato a "giocattolo". Nel 1919 Brewster pubblicò a Londra un libro interamente dedicato al caleidoscopio: A Treatise on Kaleidoscope.
Brewster ha scritto molti libri, tra cui un divertente saggio, in voga a Parigi attorno alla metà dell'Ottocento, dal titolo "Nouveau manuel de magie naturelle et amusante", ossia Nuovo manuale di magia naturale e divertente. Quest'opera, perfettamente in linea con la curiosità giocosa di molti scienziati dell'epoca, non parla di occultismo come il titolo potrebbe far supporre, ma di macchine aventi il semplice scopo di divertire.
Nel corso del Novecento l'antropologo belga Claude Lévi-Strauss si adoperò a risollevare le sorti del caleidoscopio, identificando la filosofia profonda che c'è fra gli specchi di questo "giocattolo". Il concetto di struttura, fondamentale in tutta la sua opera, era esemplificato nel caleidoscopio: attraverso lo specchio della civilizzazione ed il movimento ad essa impresso dall'uomo, il caos dei colori e delle varie forme della natura, si trasforma nella struttura ordinata e simmetrica della cultura.
Altro che giocattolo quindi, secondo Lévi-Strauss. Il caleidoscopio è una grande invenzione, resa possibile solo dal progredire dell'ottica e della lavorazione del vetro. Il caleidoscopio è l'incarnazione di un'utopia; prima che venisse inventato lo specchio e prima dell'invenzione del vetro colorato, l'esistenza del caleidoscopio sarebbe stata impossibile. E' affascinante pensare che una mente illustre come quella di David Brewster abbia studiato così a lungo per arrivare a costruire un oggetto destinato a rimanere in mano solo a bambini curiosi.
David Brewster spiega in modo dettagliato il funzionamento del caleidoscopio nella sua opera intitolata A Treatise on Kaleidoscope, pubblicata a Londra nel 1819. Ruotando l'involucro (o la ghiera presente in fondo al cilindro) del caleidoscopio, i tre specchi presenti al suo interno, assemblati in modo da formare un triangolo equilatero, riflettono in maniera sempre diversa, ma sempre simmetrica, l'immagine dei piccoli pezzi di vetro colorato che si mescolano all'interno del tubo. Il caleidoscopio, poco dopo la sua creazione, nell'epoca in cui prendeva piede la grafica industriale e pubblicitaria veniva utilizzato per ispirare i "creativi" nella creazione di figure e schemi artistici. Non a caso Brewster aveva chiamato la sua creatura "oggetto che permette di vedere belle forme."
Ancora oggi alcuni grafici e web designer usano un caleidoscopio come aiuto per trovare forme grafiche da inserire nei siti web.
Vi sono alcune aziende, anche in Italia, specializzate nella costruzione e vendita di caleidoscopi. Queste aziende propongono una vasta gamma di modelli in grado di soddisfare qualsiasi esigenza.
E' possibile trovare caleidoscopi costruiti con una grande varietà di materiali, basta cercare in Google termini quali ad esempio:
Naturalmente non troverete nella prima pagina di Google tutte le aziende che producono o vendono caleidoscopi. A parte una o due troverete solo agenzie viaggi, o altre società che hanno utilizzato il termine "caleidoscopio" come ragione sociale o parte di essa. Per trovare le aziende che vendono caleidoscopi dovrete faticare un po'.
E' il solito discorso che è stato fatto anche troppe volte sulle pagine di questo sito: non basta avere un bel sito, è necessario che il sito venga realizzato da un professionista esperto in posizionamento nei motori. In caso contrario si rischia di avere un sito che nessuno troverà mai: un sito senza visitatori.
Abbiamo chiesto ad una nota azienda italiana produttrice di caleidoscopi (la sede è a Torre del Lago - Lucca e produce il caleidoscopio Aleph) di spiegarci come si costruisce un caleidoscopio. Le istruzioni che ci hanno fornito si riferivano però al montaggio di un loro modello e quindi non adatte al nostro scopo.
Le abbiamo scritte noi per mettere chiunque in condizione di costruire un semplice caleidoscopio.
Questo è tutto ciò che serve per costruire il vostro caleidoscopio.
il tubo in PVC per idraulici adatto per costruire il caleidoscopio - lung. 17/18 cm, diametro 4 o 5 cm.
Procurarsi o ritagliare 3 pezzi rettangolari di specchio. La lunghezza sarà uguale alla lunghezza del tubo in PVC che avete scelto. La larghezza dipende dal diametro del tubo. Disponeteli in modo da formare un triangolo e passateci attorno del nastro adesivo per fissarli tra loro. La parte riflettente degli specchi deve essere verso l'interno.
Una volta inserito i tre specchietti nel tubo in PVC del caleidoscopio fissateli in posizione con alcuni pezzi di gommapiuma o di spugna.
Dopo aver praticato un foro da 8 mm in centro al coperchio inseritelo su una delle estremità del tubo in PVC. Questo foro è l'apertura che vi consentirà di guardare all'interno del caleidoscopio.
Ora veniamo alla parte meno facile del nostro progetto caleidoscopio. Strofiniamo la carta vetro sul coperchietto di plastica della scatolina rotonda. Dobbiamo renderlo opaco per far sì che entri luce ma non ci consenta di vedere gli oggetti che si trovano davanti al caleidoscopio.
Incolliamo la base della scatolina (la parte che abbiamo cartavetrato) all'altra estremità del tubo in PVC, mettiamoci dentro dei pezzetti di plastica o vetro colorato e chiudiamo con il coperchio che abbiamo cartavetrato.
Ecco, il nostro caleidoscopio è pronto. Puntiamolo verso la luce e guardiamo nel piccolo foro che abbiamo praticato. Mentre guardiamo giriamo lentamente il tubo in modo da far muovere e mescolare i pezzetti di vetro o plastica. La "magia" del caleidoscopio è iniziata.
A proposito di caleidoscopi, un utente mi ha scritto dicendomi di aver creato il logo per la sua azienda basandosi su una delle immagini viste nel caleidoscopio. Sicuramente è possibile, ma credo che per la creazione di un logo aziendale sia il caso di rivolgersi ad un grafico professionista.
Gianfranco Viasetti
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